Il luogo per l’appostamento è ormai ben definito, dopo numerose uscite in questo angolo di montagna sono abbastanza certo di quale sia il punto migliore in cui attender con pazienza la comparsa degli animali che abitano quassù. Seguendo il solito sentiero in ripida salita giungo così di nuovo al cospetto del grande faggio tra le cui contorte braccia posso nascondermi al meglio. Mi siedo, monto il teleobiettivo, mi avvolgo nel telo mimetico ed inizio la lunga attesa. Da qui non è impossibile scorgere il volo solenne dell’aquila reale, di tanto in tanto i suoi giri di pattugliamento sono passati anche a sfiorare la radura davanti a me, ma gli abitanti più abituali che sul fare della sera escono dal bosco e frequentano questo luogo sono i caprioli. Ed io sono qui proprio per cercare di fotografare questo bellissimo ungulato, forse per leggiadria ed eleganza il più bello che è possibile osservare tra le nostre montagne.
L’abbaio del maschio già risuona nella valle, nel fitto del bosco, ma per vederli comparire nella radura è ancora presto, c’è da attendere che il sole inizi la sua parabola discendente al di là dei crinali più alti e che l’ombra della sera abbracci completamente questo versante di montagna; per ora l’importante è esser giunti qui ed essersi preparati all’appostamento con ampio margine rispetto ai momenti in cui è più probabile la loro comparsa. Sono creature assai schive e diffidenti, difficilmente si avventurano troppo allo scoperto e spesso basta un minimo rumore sospetto (a volte anche il semplice scatto della macchina) per far si che con le loro agili zampe in pochi frenetici balzi tornino a nascondersi lontano, nella faggeta. Tutto ciò è nella loro natura di prede, tuttavia qui ad inizio estate crescono le erbe più succulente e, nei brevi momenti a cavallo tra giorno e notte, presi nel brucare, a volte i caprioli sembrano distendere la loro l’istintiva allerta. Sono questi gli attimi in cui, con un approfondito studio preventivo e con una buona dose di fortuna, si può sperare nella loro comparsa ad una distanza che permetta di realizzare buoni scatti.
Più tardi, quando oramai il buio sta per avere il sopravvento sulla luce ecco finalmente comparire sul margine opposto della radura prima l’elegante maschio e poi, poco dopo, la femmina con il tenero piccolo dell’anno, ai suoi primi timidi ed incerti passi dietro i genitori. Ben nascosto ai piedi del grande albero e protetto dal vento contrario i caprioli ignorano la mia presenza e, muovendosi nel grane spazio verde che mi si apre davanti, mi concedono la straordinaria possibilità di osservare per svariati minuti uno spaccato della loto vita selvatica; trascorro così gli ultimi attimi di questo giorno d’estate rapito da scene di commovente bellezza, difficili da trascrivere a parole.
Più tardi, con le stelle che iniziano a brillare nel terso cielo azzurro acceso dagli ultimi riverberi del giorno, la famiglia di caprioli lentamente torna sui propri passi e scompare nell’oscurità del bosco. Solo adesso anche per me è tempo di tornare a valle, con gli occhi pieni di stupore e con il cuore colmo di gioia per aver avuto il raro e prezioso privilegio di vivere una sera tra i caprioli.