INVERNO NELLA FAGGETA

Stretta nella morsa del gelo, tra incerte atmosfere offuscate da vapori sollevati dal vento e sotto il peso degli accumuli di neve, la faggeta assume un aspetto magico, volubile ed effimero, a tratti quasi astratto e surreale. Coperto dall’abbacinante candore della neve ed avvolto dalle fitte nebbie il bosco si semplifica in maniera estrema, i pochi elementi che restano visibili appaiono stilizzati, quasi del tutto privi di colore e di una precisa collocazione nello spazio; tutto si riduce ad accenni sbiaditi di tronchi e rami in un grande vuoto bianco. Spesso il confine tra terra e cielo si annulla tra disorientanti turbini di foschia e tutto pare far parte di un grande sconfinato miraggio, altre volte il freddo ricama sugli scheletrici rami degli antichi faggi merletti di ghiaccio e galaverna, trasformando ogni singolo albero in una raffinata ed effimera opera d’arte. Trovarsi ad osservare in solitudine queste foreste nella loro disarmante estensione mentre vengono imbiancate delicatamente da una pioggia di fiocchi di neve suscita emozioni uniche, difficilmente trascrivibili, narrabili forse solo attraverso la fotografia.